Terapia cognitivo comportamentale

La Terapia Cognitivo Comportamentale, Cognitive Behavioral Therapy (CBT), è una terapia di recente sviluppo, nata intorno agli anni ’60 come risposta alla crisi che la teoria psicoanalitica stava vivendo in quel periodo. I principali autori che hanno contribuito maggiormente alla sua nascita e accrescimento sono stati Aaron Beck e Albert Ellis.

Uno dei principi base della terapia cognitivo comportamentale è che esiste una stretta relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti.
Le nostre rappresentazioni mentali (credenze, pensieri automatici e schemi) influenzano il modo in cui vediamo, interpretiamo e diamo significato agli eventi della vita e alla realtà, con la diretta conseguenza sul modo in cui reagiamo, ci comportiamo e ci sentiamo a livello emotivo.
Questo è uno dei motivi per cui due persone diverse possono vivere lo stesso evento in modo differente.

Facciamo un breve esempio per cercare di essere più chiari.
Supponiamo che Anna e Giulia siano due ragazze della stessa età e che entrambe si ritrovino a fare una telefonata al proprio fidanzato e che come risposta ottengano, invece di una lunga chiacchierata, un secco e veloce “ti richiamo dopo io!”.
Anna potrebbe sentirsi dispiaciuta ma serena, mente Giulia potrebbe provare rabbia e risentimento. Qual è quindi la ragione di queste due reazioni così diverse tra loro, sebbene l’evento in questione sia lo stesso?
Ebbene probabilmente provando ad ipotizzare quello che è passato nelle menti delle due ragazze, ci potremmo aspettare che Anna abbia avuto dei pensieri del tipo: “Ha da fare, è impegnato sul lavoro, probabilmente è in riunione. Vedrai che mi richiama appena si libera”. Mentre i pensieri di Giulia con tutta probabilità saranno stati: “Non ha mai tempo per me, ha sempre qualcosa di più importante da fare, non gli interesso”. Questo è un semplice esempio di come uno stesso stimolo possa scatenare reazioni (emozioni e comportamenti) differenti in soggetti diversi.

Nella vita di tutti i giorni siamo sopraffatti da un’enorme quantità di informazioni, che il nostro cervello deve elaborare e per cercare di rendere questo processo il più veloce e rapido possibile abbiamo sviluppato, secondo la teoria cognitivo comportamentale, delle regole di inferenza che ci aiutano a dare significato, ad organizzare e selezionare le numerose informazioni di cui siamo bombardati.
Questo concetto è sintetizzabile nel termine schema cognitivo, ovvero delle modalità costanti che usiamo per interpretare e dare significato alla realtà, come una sorta di occhiali personali che indossiamo per guardare il mondo. Tutto ciò ci dà ragione e ci spiega le differenze esistenti tra persona e persona, nonché la nostra costanza di interpretazione di eventi anche non proprio simili tra loro.

Succede a volte però che degli schemi siano troppo rigidi, ipergeneralizzati, assolutistici o che addirittura distorcano la realtà, producendo sofferenza e allontanando l’individuo dai propri scopi; tali schemi vengono definiti disfunzionali e sono spesso alla base del disturbo psicologico.

La terapia cognitivo comportamentale si propone quindi di indagare le credenze, i pensieri automatici e gli schemi del soggetto rendendoli prima di tutto espliciti e consapevoli, ed intervenendo laddove questi siano causa di sofferenza, ovvero disfunzionali.
Terapeuta e paziente collaborano in modo attivo in questo processo, concordando gli scopi e gli obiettivi del trattamento.